Le riserve per eventi inattesi

Tempo fa una studentessa, alla fine di una delle lezioni del mio corso di Finanza Personale, è venuta a raccontarmi la sua vicenda familiare. Mi ha detto, in sostanza, che proveniva da una famiglia numerosa con molti problemi, incluso l’alcolismo, che aveva aggravato le loro difficoltà economiche. Nonostante vivesse in un continuo caos giornaliero, aveva cominciato a mettere da parte i soldi che riceveva in dono per il compleanno e qualche spicciolo del resto della spesa. Al ritorno dalla scuola, un giorno, si è trovata suo malgrado coinvolta in un nuovo e più violento attacco di ira di un componente della famiglia. Ha preso il poco che aveva, ha comprato un biglietto dell’autobus e si è trasferita dai nonni, che vivevano lontano ma con cui ha convissuto da quel giorno in poi. Ha concluso la sua storia dicendo che i 20 dollari che era riuscita a risparmiare e che sono serviti per acquistare il biglietto dell’autobus avevano di fatto cambiato in positivo la traiettoria della sua vita. Aveva solo 15 anni a quei tempi. Oggi è una studentessa universitaria alla fine dei suoi studi e ha già ricevuto una buona offerta di lavoro.

Racconto sempre questa storia perché riassume alcuni dei concetti fondamentali relativi alle decisioni finanziarie ed esemplifica le conclusioni di alcuni modelli teorici che si usano nell’accademia.

Primo, la finanza è veramente “personale”. Mentre parliamo di finanza d’impresa quando insegniamo agli studenti come si gestiscono i soldi delle aziende, per le decisioni finanziarie degli individui è utile usare proprio il termine personale, come ho fatto nel mio corso, perché si riferisce alla nostra vita individuale. Per questo si deve sempre tenere conto della nostra particolare situazione economica e finanziaria, delle nostre preferenze e delle nostre conoscenze finanziarie. Non va bene una taglia unica per tutti, le decisioni si devono adattare a noi. Da quando insegno questo corso, molti studenti hanno voluto raccontarmi le loro storie finanziarie, che vedo anche riflesse nei loro progetti di ricerca. Ma questo avviene normalmente alla fine del corso, mai all’inizio. È difficile parlare di fatti personali. Lo so bene, ed è anche per questo che sto scrivendo queste lettere.

Secondo, la lezione più importante di questa storia è che è molto utile avere delle riserve finanziarie per affrontare i rischi della vita. Tutti noi affrontiamo rischi, alcuni grandi e altri piccoli, che possono influire sul nostro benessere finanziario. Possiamo gestire alcuni di questi rischi acquistando delle polizze assicurative. Pensiamo, ad esempio, al rischio di fare incidenti con l’auto, al rischio di infortuni o anche di perdere la vita. Ma ci sono tanti altri rischi, per i quali non esistono coperture assicurative. Il caso che ho raccontato è un esempio quasi estremo, ma tutti possiamo avere spese inaspettate o eventi che diminuiscono il nostro reddito o le nostre risorse disponibili, anche se solo transitoriamente. Un modo per costruire “resilienza finanziaria” è mettere da parte qualcosa così da saper affrontare degli eventi inattesi.

Per questo è importante non solo calcolare il nostro patrimonio, ma anche valutare se abbiamo quel tesoretto, quella liquidità che ci permette di affrontare eventi inaspettati. Ma quanto dobbiamo mettere da parte? La storia raccontata è esemplificativa di complessi modelli economici di scelte finanziarie in condizioni di incertezza. Ci insegna che anche una piccola somma, i 20 dollari del biglietto dell’autobus, possono fare molto per attutire i contraccolpi a cui potremmo andare incontro. Se non si hanno risparmi da parte è come lottare contro le avversità senza alcuno scudo di protezione. Tanto più si aumentano le risorse accantonate, tanto più lo scudo è solido e forte. È per questo che di solito si raccomanda di avere delle riserve che siano proporzionali al reddito o alle spese. Potremmo chiederci ad esempio: ma se perdessi il mio lavoro, di quanti soldi avrei bisogno per affrontare le spese necessarie? E per quanto tempo? Il fatto di essere nel mezzo di una pandemia dovrebbe aiutarci a ricordare che gli shock, per definizione, arrivano inaspettati ma sono anche e purtroppo una costante nella nostra vita. Meglio farci trovare preparati.

Come si fa a costruire queste riserve? Mettere da parte qualcosa quando le cose vanno bene ci aiuta ad affrontare le difficoltà quando le cose vanno male. Oppure, come nel caso di cui sopra, risparmiare costantemente una piccola somma nel tempo può aiutarci ad affrontare serenamente le spese o gli shock improvvisi.

Terzo punto. La storia che ho raccontato è a lieto fine. Non l’ho scelta per rallegrarci, ma perchè è questa l’evidenza che emerge da molti studi. Chi ha l’acume finanziario di accumulare riserve come questa adolescente di 15 anni raggiunge miglior risultati, vive meglio e soffre meno di stress finanziario. Avere dei risparmi non solo attutisce gli shock, ma ci permette di avere più libertà di azione, ad esempio non dover ricorrere a misure estreme come rinunciare a visite mediche specialistiche o vendere un bene di famiglia.

Chiedo sempre ai miei studenti cosa si aspettano dal corso di Finanza Personale. Le risposte sono tante ma la maggioranza di loro si aspetta di imparare ad investire in Borsa e, sempre più spesso negli ultimi anni, si aspetta di imparare a gestire bene i debiti. Non è questo l’obiettivo del corso. Imparare a investire o gestire i debiti è un mezzo per raggiungere un obiettivo, non è l’obiettivo. Il corso è un progetto sulla felicità (il nostro benessere finanziario), ovvero su come prendere le decisioni finanziarie che ci possono aiutare a vivere serenamente. Un buon punto di partenza per una vita serena è costruire o rafforzare la nostra resilienza finanziaria.

Washington, 29 giugno 2020.

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