Cominciamo dai giovani

È davvero una buona notizia poter uscire di casa e, per alcuni di noi, poter tornare al lavoro, seppur nel rispetto delle dovute misure di sicurezza. L’emergenza e la pandemia create dal Coronavirus non sono certo finite, ma almeno diminuisce l’intrusione di questo virus nelle nostre vite.

Molto è cambiato, nell’arco di pochi mesi, e ci siamo dovuti adattare a questi cambiamenti in fretta. Anche la gestione delle nostre finanze personali ha richiesto e richiederà un cambio di passo. Ad esempio, dobbiamo affrontare una grande incertezza riguardo al futuro; fare fronte a minori risorse economiche e finanziarie; utilizzare bene gli aiuti che ci vengono offerti e familiarizzare e usare a nostro vantaggio la tecnologia.

Proprio per facilitare questo percorso, il Comitato ha predisposto una pagina di dieci consigli sul portale Quellocheconta.gov.it per aiutare tutti, dai più giovani ai più anziani, ad orientare le proprie scelte finanziarie in situazioni di crisi ed emergenza. Sono consigli semplici ma pratici e riguardano gli aspetti della nostra vita che sono più influenzati e influenzabili dal Coronavirus.

In questa lettera voglio parlare di uno di questi consigli, prendendo spunto dai nuovi dati diffusi lo scorso 7 Maggio. L’OCSE ha comunicato i risultati dell’indagine PISA (acronimo per Programme for International Student Assessment), ovvero il programma internazionale di valutazione delle conoscenze degli studenti. Questo programma è nato nel 2000, con l’obiettivo di misurare se gli studenti, verso la fine del percorso obbligatorio scolastico (a quindici anni), hanno acquisito le conoscenze e abilità essenziali per la piena partecipazione alla vita economica e sociale. È interessante che sia un organismo internazionale come l’OCSE a farlo. Ma anche noi genitori dovremmo porci questa domanda: i nostri figli sono preparati ad affrontare il mondo che li aspetta?

La misurazione dell’OCSE inizialmente si è concentrata sulle conoscenze di base: la lettura, la matematica e le scienze, e lo ha fatto a cadenza triennale. Ma dal 2012, ha incluso anche l’alfabetizzazione finanziaria, a dimostrazione che anche la conoscenza finanziaria è diventata oggi necessaria, al pari del leggere e scrivere. Conosco bene questi dati perché ho guidato il gruppo di esperti che hanno disegnato la valutazione della conoscenza finanziaria per l’OCSE, un lavoro che abbiamo fatto non solo con passione, ma la convinzione che occorrano dati per informare non solo i Paesi, ma anche i cittadini.

I risultati di questa terza edizione della valutazione della conoscenza finanziaria dei nostri quindicenni non sono confortanti. Tra i venti Paesi che hanno partecipato a questa rilevazione nel 2018, i nostri studenti si sono qualificati tra il dodicesimo e il tredicesimo posto, sotto alla media dei risultati degli altri Paesi OCSE, simili al nostro. Per essere chiari, non solo siamo dietro alla Finlandia, che a scuola è sempre la più brava di tutti, ma abbiamo davanti a noi anche Spagna, Portogallo e Polonia.

Facciamo peggio degli altri Paesi OCSE anche nel numero di studenti con una conoscenza di base insufficiente per essere considerati alfabetizzati: uno su cinque dei nostri giovani non ha le conoscenza finanziarie di base, contro uno su sette dei Paesi OCSE. Ed è bassa anche la percentuale di studenti che hanno una conoscenza finanziaria avanzata: circa uno studente su venti in Italia, la metà della percentuale nei Paesi OCSE.

L’Italia è anche il Paese con la differenza di genere più accentuata, a favore dei ragazzi: sono loro a saperne di economia e finanza più delle ragazze. Un divario pesante che purtroppo si è mantenuto nel tempo e che ci rende il solo Paese, tra quelli che hanno partecipato a questa rilevazione, a registrare una differenza di genere nel 2012, nel 2015 e ora nel 2018.

Ma non tutte le notizie sono negative. I dati ci parlano anche della grande importanza della famiglia. In tutti i Paesi, inclusa l’Italia, ben 9 studenti su 10 hanno indicato la famiglia come la fonte di informazione principale sulle questione finanziarie. In particolare, sono la ragazze a preferire l’acquisizione delle nozioni finanziarie dai genitori. E più c’è dialogo tra le mura di casa, maggiore è l’alfabetizzazione finanziaria.

Per questo uno dei nostri consigli, in questa fase di maggiore convivenza con i nostri figli dettata da ragioni sanitarie, è proprio quello di di occuparci della loro alfabetizzazione finanziaria. Come dice l’OCSE, questa mancanza di conoscenza è, a sua volta, una emergenza; chi sa di meno, fa di meno e corre il rischio di restare indietro.

Come facciamo a fornire ai nostri figli dei primi elementi di educazione finanziaria? Cominciamo ad affrontare con loro l’argomento dei soldi. Confrontiamoci sulle nostre e sulle loro decisioni di spesa. Facciamo insieme a loro il bilancio famigliare, misurando entrate e uscite. Discutiamo di strumenti finanziari, come il conto corrente o la carta di debito. Insegniamo loro l’importanza del risparmio e di avere un po’ di soldi da parte, non solo per il futuro ma anche per proteggerci dai rischi. Sul nostro portale abbiamo raccolto del materiale da utilizzare per l’educazione finanziaria dei figli. Anche io voglio offrire ulteriori consigli in queste lettere.

So bene che questi dati OCSE non sono il nostro destino. Lo abbiamo riscontrato con le Olimpiadi di Economia e Finanza lo scorso anno, un progetto che il Comitato ha fatto in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione. I vincitori delle Olimpiadi non sono stati solo i ragazzi, ma anche le ragazze, non solo gli studenti dei licei delle grandi città, ma anche giovani di istituti tecnici e di piccole realtà. Cambiare si può, aumentare le conoscenze dei nostri giovani è un traguardo raggiungibile.

Voglio concludere con un appello alle mamme italiane. Con loro vorrei stringere una alleanza e lavorare insieme per l’educazione finanziaria delle ragazze. Occorre colmare queste differenze di genere, le donne non possono restare indietro. La scorsa domenica era la festa della mamma. Il mio augurio per tutte le mamme è quello di costruire un futuro sereno e sicuro, per sé stesse, la propria famiglia e i figli. Il Comitato lavora al vostro fianco.

Washington, 12 maggio 2020

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