La resilienza finanziaria

Come tante malattie, questo virus è arrivato in modo silenzioso e inaspettato, per poi colpire con crudele brutalità. Si è portato via i nostri cari e ci ha costretto a restare a casa a lungo, intromettendosi così non solo nella nostra vita ma anche negli ingranaggi dell’economia. Il mondo si è lentamente fermato per combatterlo. Ma nel ventunesimo secolo, con la scienza, la tecnologia e l’informazione accessibili a tutti, questo virus non ha speranze. Noi ce la faremo.

Senza più la possibilità di viaggiare, anche io sono da mesi confinata tra le mura di casa, coordinando da qui il lavoro del Comitato in questi momenti così difficili. Bloccata negli Stati Uniti e lontano dall’Italia, voglio raccontare cosa stiamo facendo, e fornire un contributo su come possiamo ripartire, rafforzati dalle prove di resistenza a cui siamo stati sottoposti.

Perciò ho deciso di inaugurare oggi uno spazio dove condividere con voi pensieri e riflessioni. Questa scelta, in tempi di messaggi istantanei che si rincorrono sul filo di video chiamate, posta elettronica e Social Network, non è casuale.

Parlare di finanza è un fatto personale, quasi intimo. E io devo farlo da lontano, seduta alla finestra della mia casa di Washington, dove lavoro come molti di voi attraverso lo schermo di un computer.

Si scrive a un amico, a qualcuno che abbiamo a cuore, quando è successo qualcosa di importante e questo sembra essere uno di quei momenti.

Sono fermamente convinta che la conoscenza finanziaria sia non solo utile, ma essenziale per navigare nel mondo in cui viviamo. Come in tanti altri aspetti della nostra vita, un po’ di conoscenza aiuta. Per fare un’analogia tra finanza e sport, le lezioni di vela ci aiutano a guidare una barca, ad andare e tornare dal porto, a raggiungere le nostre destinazioni. Ed è proprio quando il mare è in tempesta che queste lezioni mostrano tutto il loro valore e la loro utilità. Lo stesso vale per l’educazione finanziaria.

Una delle prime considerazioni che possiamo trarre da questi mesi difficili è che dobbiamo possedere tutti delle conoscenze economico-finanziarie di base e sapere l’abc della finanza per navigare nel mondo intorno a noi, senza essere costretti a farlo in fretta, nel momento dell’emergenza. La seconda considerazione è che è utile sviluppare un po’ di “resilienza finanziaria,” ovvero la capacità di subire contraccolpi senza grosse conseguenze.

Insieme a un gruppo di colleghi, abbiamo coniato i termini resilienza finanziaria e fragilità finanziaria già nel 2008, durante la profonda crisi che si abbatté sull’economia americana per poi dilagare negli altri Paesi. La crisi aveva ridotto in ginocchio non solo l’economia, ma le famiglie avevano perso uno dei beni più preziosi: la loro casa e, insieme a essa, un senso di sicurezza e di stabilità. Da quella crisi però ci siamo rialzati. Ci rialzeremo anche da questa.

Per costruire resilienza finanziaria, le famiglie hanno bisogno di seguire buone pratiche e avere dimestichezza con i concetti base della finanza, ad esempio i concetti di rischio e di protezione dal rischio. Per questo abbiamo sviluppato una specifica sezione sul portale del Comitato chiamata: #quellochecontasapere nell’emergenza. È un decalogo di informazioni e azioni utili a ciascuno di noi per orientarsi nella gestione delle proprie finanze personali, ancor di più nell’attuale momento di crisi causato dall’emergenza Coronavirus.

Questi consigli sono tutti basati sulla ricerca. Servono ad aumentare la nostra resilienza finanziaria. Un argomento che approfondirò ulteriormente nelle prossime lettere.

Voglio concludere questa mia prima lettera ringraziando tutti i componenti del Comitato che, insieme a me, anche in questi momenti difficili stanno lavorando incessantemente per aumentare le conoscenze finanziarie, previdenziali e assicurative degli italiani.

La cultura finanziaria è, adesso più che mai, importante. Ci aiuterà a traghettare il nostro futuro in acque più sicure.

A presto

Washington, 4 maggio 2020

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