Per insegnare l’educazione finanziaria, ci vuole un paese

Un proverbio che si usa molto, in particolare nel lessico dei politici degli Stati Uniti, è che ci vuole un villaggio per educare un bambino. È una frase usata per dire che è importante lavorare insieme e che la capacita’ di crescita dipende anche dall’ambiente intorno a noi.

Questa frase si addice bene a un progetto di educazione finanziaria realizzato in un piccolo Comune in Abruzzo: Paglieta. E potremmo anche invertire l’ordine delle parole: per educare un villaggio ci vuole un bambino.

Da vari anni nelle scuole elementari e medie di Paglieta, in provincia di Chieti, si fa educazione finanziaria. Questo anno è stata inserita nelle ore di educazione civica, materia nuova e obbligatoria. Gli studenti e gli insegnanti non solo l’hanno abbracciata con entusiasmo, ma hanno usato le informazioni e gli strumenti messi a disposizione sul portale del Comitato Edufin, Quellocheconta.gov.it, e i materiali didattici per studenti e insegnanti della Banca d’Italia resi disponibili dalle loro sedi locali, lavorando insieme a fondazioni del luogo e al Comune. Insomma, tutto il paese ha partecipato a questa iniziativa.

Ed hanno fatto anche di più. Gli studenti hanno fatto educazione finanziaria, presentando i loro progetti e le nozioni che avevano appreso a tutto il paese. Inizialmente hanno organizzato riunioni nella sala comunale. Poi, in seguito alla pandemia, hanno reso le loro lezioni virtuali, continuando a coinvolgere il sindaco. Hanno invitato anche la direttrice del Comitato Edufin, ovvero io, che ha subito accettato l’invito.

Chi pensa che ai bambini non interessi l’educazione finanziaria non ha mai lavorato in questo campo. Gli studenti di Paglieta hanno ben dimostrato tutto il loro interesse e impegno. Nelle loro lezioni, coordinate da ottimi disegni, hanno azzeccato tre importanti concetti alla base della conoscenza finanziaria e confermati negli studi accademici:

  1. La finanza fa parte della nostra vita ed è utile occuparsene, perché così facciamo meglio e viviamo meglio;
  2. La finanza ci permette di raggiungere importanti obiettivi. “Sogni” e “desideri” sono tra le parole più ricorrenti nelle presentazioni degli studenti. Il loro messaggio? La conoscenza finanziaria ci aiuta a perseguire i nostri sogni;
  3. La conoscenza è potere, ci permette di risolvere problemi importanti, e non solo per noi, ma anche per la nostra comunità.

Il progetto ha coinvolto davvero tutto il paese. Erano presenti non solo la Preside della scuola e gli insegnanti, ma nel video zoom si potevano intravedere i genitori. Con l’educazione finanziaria nelle scuola è stato possibile entrare nelle case e nelle famiglie degli studenti, coinvolgendo tutti, parenti ed amici. Erano presenti i rappresentanti della economia locale e anche i sindaci dei comuni vicini, perché l’iniziativa si possa ripetere in tanti altri comuni. C’è voluto insomma un villaggio per fare questa iniziativa, ma e’ stata ricordata a tutti l’importanza di gestire bene i propri soldi, di risparmiare e di investire.

L’educazione finanziaria può promuovere anche l’imprenditorialità e fare bene alla economia locale. Gli studenti, ad esempio, non solo si sono messi a coltivare un orto per crescere prodotti da vendere sul mercato, ma hanno anche comperato un orto, chiedendo un prestito alla banca. Pochi italiani sanno cosa sia e come funzioni il tasso di interesse composto; non è così tra gli studenti del Comune di Paglieta. Un paese ci vuole, quindi anche per cambiare in meglio le statistiche.

All’incontro di maggio è stato invitato anche il professore Daniele Manni, un insegnante straordinario che ha vinto il Global Teacher Award, una sorta di premio Nobel per l’insegnamento. Ha parlato della importanza di stimolare il talento, l’iniziativa tra i giovani, di accendere la loro curiosità. Ha parlato anche di come l’impreditorialità e la mentalità imprenditoriale si possano insegnare tra i banchi di scuola.

Era presente anche un esperto di rivitalizzazione dei borghi perché la conoscenza finanziaria può aiutare non solo a coltivare il capitale umano, ma anche a utilizzare bene le risorse locali e promuovere l’economia locale. Servono sia le risorse finanziarie che le conoscenze finanziarie per fare bene. E in Italia i piccoli paesi hanno spesso patrimoni storici, artistici e ambientali che potrebbero essere utilizzati meglio. L’educazione finanziaria è un po’ come una pianta (dell’orto!), che cresce e continua a dare frutti nel tempo.

Una parola che ha usato il professor Manni a conclusione del suo discorso è stata “osare”. Mi sembra una parola molto adatta e particolarmente utile in questo periodo. È venuto il momento di osare, di trasformare i piccoli paesi in hub di resilienza finanziaria, di partire dalle realtà locali per lavorare tutti insieme alla ripartenza del nostro Paese, investendo nel futuro. Seguendo la lezioni dei bambini di Paglieta, dobbiamo comperare orti e investire in sostenibilità. Dobbiamo investire anche in digitalizzazione. Dobbiamo rispondere ai bisogni dei cittadini. Come hanno detto i sindaci, oltre ad asfaltare le strade e avere delle buone infrastrutture, ponti e scuole sicure, occorre prendersi cura del benessere dei cittadini, in particolare di quelli vulnerabili o resi fragili dalla crisi.

Dobbiamo infine inserire l’educazione finanziaria nell’ora di educazione civica e fare sì che in tutti i paesi Italiani, piccoli e grandi, sia i giovani che gli adulti possano acquisire quelle conoscenze di base che permetta loro di fare bene, di partecipare alla crescita.

Ritornando invece alla parola sogni. Alcuni studenti hanno detto che il loro sogno è di andare ad insegnare ad una università all’estero. Conosco una persona che lo ha fatto, lavorando proprio sulla sua conoscenza finanziaria. A dimostrazione che i sogni non restano tali, con la conoscenza e la determinazione si possono poi realizzare!

Qui si possono vedere le presentazioni dei bambini di Paglieta:
https://youtu.be/gtuezJ74yXM
https://youtu.be/bpDVfM-3hyk

Washington, 27 maggio 2021

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